L’Italia soffre per l’inquinamento atmosferico, ce lo dicono e ce lo ripetono. Dal 2012 i dati sulle morti attribuibili allo smog ci mettono al primo posto in Europa. Certe aree, come la Pianura Padana, hanno livelli di inquinanti vicini a quelli delle metropoli asiatiche e nessun angolo d’Italia può vantare – al contrario ad esempio di Francia o Gran Bretagna – aria pulita. La politica fa poco e nulla, e i cittadini pure: amiamo le auto e la casa ben riscaldata, anche con il caminetto.

Sebbene le emissioni da biomasse (legna, pellets e quant’altro) siano fortemente inquinanti – rappresentano circa il 40% del particolato che registriamo in atmosfera – hanno avuto un boom esponenziale negli ultimi anni, favoriti probabilmente dall’aumento del prezzo del combustibile per il riscaldamento a metano o gpl”, spiega Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr. “Si tratta di una combustione gravemente dannosa per la salute”. Eppure caminetti e stufe non sono regolamentati, ma anche quando lo sono, nessuno fa controlli.

 

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