In Europa l’allerta smog è alta, e la Commissione Europea ha recentemente dato il via alla seconda fase della procedura d’infrazione contro l’Italia e altri Paesi – Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna – per l’inquinamento eccessivo da biossido d’azoto (NO2) riscontrato nell’aria di città come Roma, Milano, Torino, Berlino, Londra e Parigi. Ai Paesi finiti nel mirino di Bruxelles è stato quindi inviato un parere motivato nel quale si contesta la violazione della direttiva Ue del 2008 e si chiede di spiegare entro due mesi come intendono mettersi in regola.

La Commissione europea, si legge in una nota, ha inviato un ultimo avvertimento a Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito perché “non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO2) che costituisce un grave rischio per la salute. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale” e in particolare dai motori diesel. Se gli Stati membri non agiranno entro due mesi per mettere in campo “misure idonee” a risolvere il problema, si sottolinea nella nota, “la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’Ue”.

Il direttore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico Nicola Pirrone è intervenuto, insieme all’ex ministro dell’Ambiente Ronchi, durante la trasmissione “Senno di Po”, la rubrica curata da Ruggero Po, per parlare dell’argomento.

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«Bloccare il traffico quando lo smog supera i livelli di legge è un palliativo — spiega Nicola Pirrone — e serve a poco o nulla. Occorrono misure strutturali di politica industriale che portino a un trasporto pubblico più “verde”, una mobilità a basso impatto ambientale con una forte spinta verso i mezzi elettrici o a gas. Serve, quindi, ripensare le città a 360 gradi». Il problema non è solo rappresentato dalle automobili. «Bisogna intervenire anche sul riscaldamento che d’inverno vale circa un terzo delle polveri sottili — prosegue Pirrone — e sulle biomasse, micidiali: ci vogliono il gas oppure le pompe di calore, la geotermia, il solare. Siamo in ritardo ma non tutto è perduto: deve servire da monito il fatto che città “modello” come Londra, con una rete di trasporto pubblico invidiabile e provvedimenti efficaci, oggi abbiano problemi. Sono esempi virtuosi da seguire, ma è bastato un inverno diverso dal solito per far suonare anche lì gli allarmi. Bisogna capire che non si può dipendere dal meteo».

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Targhe alterne, autobus gratuiti, biglietti unici. Sono alcune delle misure messe in campo dalle amministrazioni comunali per tentare di attenuare il fenomeno. Tutte decisioni che vengono giudicate inadeguate dal direttore Pirrone, secondo cui “gli amministratori delle città, presi dalla disperazione, hanno disposto misure non adeguate”. Bisogna, sostiene lo studioso, “ripensare le città” in modo globale, “con un progetto di interventi strutturali”, che prevedano “la decarbonizzazione dell’economia”. Insomma serve “ripensare la governance” delle città con “un impegno politico ed economico importante” e una “cabina di regia nazionale”. Nello specifico, secondo Pirrone, bisogna incentivare l’uso di auto elettriche, ridurre gli impianti di riscaldamento a combustibili fossili e puntare su fonti rinnovabili, aumentare le linee della metro e dei bus elettrici, incrementare le zone a traffico limitato. “I tecnici hanno indicato le soluzioni, che non sono a costo zero – conclude – ma resta tutto un libro dei sogni nel momento in cui bisogna mettere mano al portafogli. E sono somme importanti”. Occorre disponibilità economica e una strategia di interventi, aggiunge, “ma è la politica che deve fare la sua parte”.

Qui l’intervista a Pirrone di skytg24

 

 

foto in copertina: greenstyle.it